Appassionante ed intensa lettura, in forma scenica con danza, poesia e canti , liberamente tratta da “Il casellante” di A. Camilleri , dalla trilogia di racconti “LE METAMORFOSI”.
Durante la seconda guerra mondiale in Sicilia, una storia di profondo amore e dedizione. Tra favola e mito si sviluppa il racconto, che apre a sentimenti e dimensioni antiche e viscerali, al misterioso rapporto tra uomo e madre terra di cui la figura femminile si fa naturalmente tramite, in un percorso di trasformazione e integrazione.
La storia viene animata da due voci maschili che raccontano quella calda e pacata di Piero Germini e quella di Enzo Motta, che sfrutta appieno la sua lingua madre per trasmetterci il suono e le emozioni dell’invenzione linguistica di Camilleri con un uso del dialetto siculo incisivo e musicale. E poi da tre donne, la regista (Daniela Liaci) che pare una dolce e saggia burattinaia, l’attrice e cantante (Laura Quaglia) e la coreografa e danzatrice (Melanie Riccardi), entrambe bravissime a rappresentare con la parola e la danza e il corpo due aspetti e due modi di essere di Minica la dolorosa, ma imbattibile Niobe del racconto.