Lilly & Felice – sabato 22 gennaio ore 21.00

LILLY & FELICE

VERA STORIA DI UN AMORE PROIBITO

Con Nicoletta Tanghèri, Anna Giarrocco, Andrea Benfante Drammaturgia: Anna Giarrocco
Elementi scenografici e costumi: Bartolomeo Benfante Sound Design: Andrea Benfante

Fotografie di scena: Angelo Lavizzari Regia: Andrea Benfante

Produzione Il Teatrino di Bisanzio

SINOSSI

Ci troviamo su un palco: in scena c’è un uomo. È il burattinaio che incarna il ricordo di Elisabeth Wust, detta Lilly. Lilly durante la Seconda Guerra Mondiale era una casalinga tedesca, sposa e madre di quattro figli decorata dal Reich. Ora, invece, è una donna divorziata che non fa altro che raccontare la propria storia d’amore vissuta tra il 1942 e il 1944 con l’ebrea
Felice Schragenheim, una ragazza dichiaratamente omosessuale, con una spiccata vena poetica e con la passione per la fotografia. E quello di questa sera è il solito comizio che Lilly tiene in pubblico per evocare ciò che ricorda dell’amata Felice. Sempre allo stesso modo, sempre con le stesse parole. Ma questa volta la coscienza, rappresentata dall’uomo, le farà ripercorrere nuovamente la propria vicenda in maniera autentica grazie anche alla presenza tangile dell’amata Felice, che da evocazione onirica riprende vita per narrare la sua versione dei fatti. Il passato così si materializza dalle parole delle protagoniste, in un gioco meta teatrale, catapultando il pubblico dentro gli avvenimenti raccontati, guidati da quell’uomo che si trasforma via via nei vari personaggi che ruotano attorno alle due donne. Istantanee di vita. Scatti fotografici scandiscono il susseguirsi dei fatti fino ad un fatidico pomeriggio di fine estate del 1944 quando la Gestapo porta via Felice per sempre e la fa sparire nel silenzio del “più nulla”. Quel silenzio che ha condannato milioni di vite umane vittime di una delle pagine più nere che la storia abbia scritto. E solo così alla fine di questo racconto, Lilly potrà finalmente riappropriarsi del suo presente, perché “la verità rende liberi”.
Una storia che deve essere raccontata per non dimenticare e per continuare a lottare contro ogni tipo di discriminazione.
NOTE DI REGIA
L’idea di portare in scena la versione di Felice è stata ciò che ha mosso l’intero assetto registico e drammaturgico. Perché nonostante la versione dei fatti ufficiale che ci giunge ad oggi sia solo quella di Lilly, ovvero la sopravvissuta a questa storia, molte cose ci vengono dette dalle lettere, dalle poesie e dalle fotografie di Felice Shragenheim. L’impianto dello spettacolo ha preso perciò forma seguendo l’idea delle istantanee che ritraggono le due protagoniste. Sia sotto forma di scene, sia come tasselli di un puzzle che via via riempiono fisicamente la scena. Una parete rossa, come le bandiere del Reich, che si riempie di scatti in bianco e nero, come la svastica nera al centro del cerchio bianco. Rosso, bianco e nero sono i colori che dominano. E che evocano quel periodo. E le scene sono come foto. Cartoline di un epoca, di un giorno, di un istante. Ma c’è dell’altro. Perché le fotografie sono in realtà lo psicodramma dal quale si parte. Un gioco volutamente reso in scena tramite una sorta di distanziamento vagamente brechtiano. Perché in fondo si tratta di un altra versione dei fatti: quella di una persona che non potrà mai fornircela. E alla fine, ci rendiamo conto che la Felice che finora avevamo considerato autentica, era forse l’ennesima proiezione di Elisabeth Wust. O forse, è solo la nostra proiezione di Felice.

Per rispettare la normativa vigente sulla sicurezza anche in materia di emergenza sanitaria da Covid – 19, il Teatro ha una disponibilità di posti a sedere limitata. La visione dello spettacolo sarà consentita soltanto su prenotazione del posto e presentazione del super green pass. E’ obbligatoria la mascherina di tipo FFP2 che dovrà essere correttamente indossata per tutto il tempo in cui lo spettatore stazionerà all’interno del teatro, anche durante la visione dello spettacolo.

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Competenze

Postato il

20 Dicembre 2021